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Calcio a 5: fine del sogno brasileiro



Il pareggio casalingo con il Torrino, giunto dopo una lunga serie di sconfitte, casalinghe o esterne, non ha certo mitigato l’aria di delusione che circola, da qualche mese, nelle fila della squadra del Raiano calcio a 5, che milita, ormai da quattro stagioni, nel campionato di A2. Quella di quest’anno doveva essere la squadra brasileira (7 giocatori, più l’allenatore Douglas Pierotti provengono, infatti, dal Brasile). Atleti scovati d’estate, dopo un viaggio in terra carioca dell’amministratore Beniamino Fonte. Una squadra – erano parole del mister Pierotti – senza star, ma fondata sul collettivo, che avrebbe dovuto praticare un gioco essenziale, redditizio, senza fronzoli. Obiettivo la salvezza precoce. Una linea condivisa dal Presidente Piero Salvatore, della società Tirino Impianti, che ha sposato da qualche anno, con entusiasmo e dedizione, le sorti del calcio a 5 raianese. Poi, però, le cose non sono andate proprio come sperato. Innanzitutto l’inizio. Costretti a giocare con i ragazzi, perchè il trasfer per l’utilizzo dei giocatori brasiliani non arrivava. Così, anziché la squadra brasileira, ci si limitava a contenere i danni, contro compagini agguerrite, preparate per vincere il campionato. Il Raiano gioca bene, ma perde. La classifica si allunga ed i ragazzi di Pierotti, malinconicamente ultimi. Poi i brasiliani cominciano a giocare, ma è difficile preparare una squadra competitiva a campionato già iniziato. «Faremo un grande girone di ritorno» profetizzava qualche settimana fa uno dei dirigenti di lungo corso, lo speaker ufficiale Lorenzo Di Biase. Ed invece no: anche le prime partite del girone di ritorno registrano rovesci pesanti, inspiegabili. E così, qualche settimana fa accade l’inevitabile. L’allenatore Pierotti viene esonerato. La squadra che doveva ambire ad alti traguardi ridimensiona i propri obiettivi, prende atto di una stagione ormai compromessa e guarda al futuro. Si torna in serie B, a meno di incredibili (al momento) miracoli. Si riparte con il vivaio, dalla bandiera Alessandro Ruscitti, al giovane Antonio Di Berardino, ai grandi ritorni, tra i quali spicca quello di Innocenzo Pizzica, che è tornato ad allenarsi e a guidare gli allenamenti con l’entusiasmo di un ragazzino. Siamo alla fine di una favola, quindi? Se si guarda il solo aspetto agonistico, non si può non dire che è così. La classifica sta lì a documentarlo in maniera impietosa. Ma il Raiano calcio a 5, in questi quasi quindici anni, ha rappresentato per Raiano e per la Valle Peliga qualcosa di importante. In termini di promozione: una piccola realtà che va a competere con grandi club, che, venendo a giocare qui fanno conoscere il territorio. In termini sportivi: quanti ragazzi hanno scoperto il calcio a 5 dalle gesta di Pizzica e compagni. In termini societari: una intera generazione di ragazzi, oggi più che quarantenni, si è misurata con la gestione di un gruppo e di una impresa di uomini (e donne). In questo aiutata da “fratelli maggiori”. Ecco, ripartirà pure dalla serie B. Ma come dissero i tifosi francesi a Zidane e compagni dopo il rovescio dei mondiali di Corea e Giappone, i raianesi dovrebbero dire ai ragazzi del calcio a 5: “Grazie per questi anni!”. E poi, come sapete, la Francia tornò ai vertici, 4 anni dopo, a Berlino. p.d’al.

postato il 26/01/2008

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