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Arriva Babbo Natale, con un cavallo bianco e un servo nero

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di Lalla Cappuccilli

Non potevo più sopportare l’orrore di quel giorno di novembre, allora ho spento la televisione, ho chiuso il sito dell’Ansa ormai fisso da giorni sul mio computer, ho cercato di elaborare una sorta di preghiera laica per gli ostaggi in quel hotel del Mali e codardamente sono uscita di casa in cerca di un potente anestetico a base di normalità.
L’Olanda mi ha assecondata subito, scorgevo dai finestroni della palestra persone che correvano sul tapis roulant, poi ho visto una sposa sfidare il freddo con un abito scollato nella piazza della chiesa, un aereo bianco e azzurro della compagnia di bandiera KLM è passato sulle nostre teste, così mi sono decisa: avrei ricomprato tutti gli addobbi nuovi per l’albero di Natale.
In effetti, questo anticipo sui tempi non è poi così strano qui, i negozi hanno sempre articoli a tema dedicati a qualcosa, come i gadget rigorosamente di colore arancione per la Festa del Re in aprile, che poi vengono riproposti in parte per le ricorrenze calcistiche importanti, o i lampioni di carta per la sfilata dei bimbi nella festa di Sint Maarten, ovvero il nostro San Martino, proprio quello del vino novello e delle castagne.
Perciò a fine ottobre, con un acrobatico assist dal (molto) profano al (quasi) sacro, le zucche, le candele, i cappelli da strega e i travestimenti di Halloween, nel giro di pochissimi giorni cedono il posto alle decorazioni per l’albero di Natale, a varie tipologie di ninnoli, e soprattutto a dolcetti e cioccolatini (foto 1-2) in preparazione all’arrivo di Sinterklaas, il Babbo Natale olandese, che non si fa attendere molto.
Secondo la tradizione, infatti, Sinterklaas vive in Spagna ed ogni anno, già verso metà novembre, giunge nelle città olandesi su un cavallo bianco insieme al suo servitore nero Zwarte Piet (foto 3-4), anche se poi la festa ufficiale con la consegna dei doni ai bambini si celebra il 5 dicembre. E puntualmente insieme a questi omoni con la barba bianca e il tipico vestito di rosso accompagnati da improbabili Piet di etnia nordeuropea con gli occhi azzurri e la faccia tinta di nero per l’occasione (foto 5), si riaccendono le polemiche e l’eterno dilemma: Zwarte Piet è razzismo o tradizione natalizia?
Nonostante i tentativi più recenti di riportare la questione sul binario del “politically correct” con la versione che vorrebbe il nero del volto e delle mani dovuto alla fuliggine dei camini da cui questi personaggi si calano per portare i regali, la realtà è che la figura dello Zwarte Piet nacque proprio in epoca coloniale, più precisamente nel 1850 in un libro per bambini (foto 6).
All’avvicinarsi della più celebrata festa invernale, la società olandese si ritrova puntualmente a confrontarsi con i rigurgiti dell’ingombrante passato imperialista, tutt’altro che remoto, visto che il Suriname e le Antille ottennero l’indipendenza tra fine anni ’70 e fine anni ’80, tempi in cui una buona parte dei “miei 25 lettori” era già nata. Spesso sono gli olandesi non di razza bianca i più infervorati attivisti anti-Zwarte Piet, ma è giusto sottolineare che non sono i soli.
Gloria Wekker, antropologa di origine surinamense, ha scritto a tal proposito sul suo noto blog: “Come può un Paese con 400 anni di storia coloniale alle spalle (finita relativamente di recente) non portarsi dietro spore di quel passato?”. Ed in verità, in tempi di integrazione sempre più difficile, di rischio neanche troppo latente di islamofobia, questo surrogato umano delle nostre rassicuranti renne di Babbo Natale, per giunta appartenente ad una minoranza, è diventato sempre più il parafulmine di un malessere ormai globale e trasversale che non risparmia neppure la multiculturale Olanda, in cui probabilmente nessuna città ha un quartiere come Molenbeek.
Di anno in anno, un numero crescente di lettere di protesta arriva all’ufficio anti-discriminazioni di Amsterdam, aumentano in tutto il paese le manifestazioni che hanno contato circa 90 arresti solo nel 2014 (foto 7), alcune importanti catene di negozi hanno rinunciato all’utilizzo dell’immagine dell’aiutante nero per il merchandising natalizio (foto 8), andando anche incontro ad un pesante boicottaggio da parte dei sostenitori pro-Piet (foto 9 – traduzione: “Niente Zwarte Piet? Allora non compriamo qui”).
Così nel tourbillon di battaglie anti-razzismo, dissensi e schieramenti contrapposti, il fatto che il Natale arrivi il 25 dicembre diventa un dettaglio di secondo piano.


postato il 5/12/2015

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