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Zac7 - Il giornale del Centro Abruzzo

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Teorie (vincenti) di seconda mano.

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di Linda Ranalli

Succede l'ultima domenica del mese. Folkets Park apre alle nove, senza sgarrare un minuto. Già mezz'ora prima una folla di gente si accalca davanti ai cancelli, in composta attesa. Si tratta per lo più di mamme e papà. Parliamo di centinaia di coppie dotate delle stesse armi: una lista della spesa, buste giganti (quelle blu di Ikea vanno per la maggiore) ed un borsellino tintinnante di monete. Li trovi lì, tutti schierati in pacifico assetto da combattimento perché é giunto l'attesissimo giorno del LOPPIS, il mercatino dell'usato, il "Second Hand", dedicato esclusivamente ai bambini.
Se volete rinnovare il guardaroba dei piccoli spendendo quattro soldi, questo è il posto che fa per voi.
Occhio però: per trovare i prodotti migliori tocca essere strategici e seguire due semplici regole: svegliarsi presto, anche se è domenica e mettersi in borsa una cinquantina di euro in monete o banconote di piccolissimo taglio.
Il LOPPIS è una divertentissima trincea. (foto 0,1) Non appena i cancelli vengono aperti al pubblico, il parco viene preso d'assalto e la folla si canalizza scattante in decine di direzioni. Ognuno parte alla ricerca dell'occorrente: stivaletti di gomma, tute e giacche anti-pioggia, salopette da neve, scarpini da calcio, giacche invernali, vestitini, jeans, felpe e magliette. (foto 2, 3) C'è chi va dritto a cercare una bicicletta, dei pattini, vecchi libri, una divisa da hockey, delle pinne da sub o giocattoli di design. O chi è venuto qui per comprare un passeggino, una gabbietta per criceti, un triciclo o una chilata di Lego o di biglie colorate. (foto 4,5,6,7)
Si può trovare davvero di tutto, basta avere occhio lungo e spostarsi veloce tra le centinaia di bancarelle sparse nel parco.
Sapete qual è la più bella caratteristica del loppis? E' che questo mercatino, frizzante e variopinto è completamente libero. Chiunque può avere un banchetto con i propri oggetti e vestitini da vendere. Non occorre alcuna prenotazione, non esistono posti assegnati e la cosa più importante è che è completamente gratuito. I venditori non devono versare neppure mezza corona al Comune.
Come funziona? Facilissimo: basta piazzarsi davanti l'entrata del parco alle 8 del mattino (un'ora prima dell'apertura al pubblico) con i propri scatoloni pieni di oggetti dismessi o inutilizzati e aspettare l'apertura dei cancelli ai venditori. Se non vuoi rischiare di riportare a casa metà della mercanzia, è questo il momento di tirar fuori un po' di animo selvaggio ed essere pronti a correre e sgomitare per accaparrarsi i posti migliori: al sole, lontani dal fango, sul prato, lungo il muretto o sotto un albero. Il tempo a disposizione per allestire una bancarella improvvisata e che sia minimamente attraente è pochissimo, quindi bando alle ciance: si stende sul prato una coperta imbottita o un telo cerato e ci si espongono sopra i propri prodotti. Infine si piazzano i prezzi scritti a penna su foglietti volanti, da fissare con qualche sasso. (foto 8,9,10)
I venditori più organizzati portano invece contenitori di plastica e dividono i capi per taglie, oppure allestiscono piccoli stand, sui quali appendono i capi. Tutti ci danno dentro, fanno sconti, persino regali ai clienti. Eh si perché' intorno alle 13, ora di chiusura del mercatino, bisogna aver dato via tutto. Nessuno ha voglia di riportarsi a casa alcunché.
L'obiettivo di questa maratona di 4 ore non è mica il guadagno. Prima di tutto è lo sgombero periodico degli armadi, poi il riciclo degli oggetti, il portarli ad un continuo riuso. Per ultimo viene l'incasso. Il fatto è che i guadagni sulle vendite sono talmente irrisori che non si può parlare di lucro. I mercatini infatti sono estremamente convenienti per chi compra, molto meno per chi vende.
I prezzi spiegano tutto. La maggior parte dei prodotti costa dalle 5 alle 50 corone. Tradotto in euro: da 50 centesimi per l'usato ordinario, fino a cinque euro circa, per i capi firmati e semi-nuovi. Capite bene che, ad essere fortunati, il risultato finale di una mattinata di vendite è una cinquantina di euro di incasso. (foto 11,12,13,14)
Ecco perché il loppis più che un mercato è un evento sociale che coinvolge sempre più i bambini. (foto 15) E' fantastico vederne così' tanti seduti dietro le bancarelle, a vendere i loro vestiti, i loro giocattoli e libri.
Per i più piccoli è un modo per imparare il valore degli oggetti e dei soldi, per giocare con la matematica e per relazionarsi con gli adulti che pure provano (senza pudore) a contrattare sul prezzo dei loro giocattoli. E' chiaro che i bambini non vengono lasciati da soli. I genitori stanno lì in retroguardia, pronti ad intervenire in caso di emergenza. (foto 16,17,18,19,20)
I loppis hanno un'indubbia utilità sociale e continuano ad attirare un numero sempre crescente di appassionati. Per il Comune di Malmö organizzare piccole compravendite tra privati è un modo per educare i cittadini alla politica del ri-uso e incentivarne la pratica. L'abitudine di comprare oggetti di seconda mano è entrato di prepotenza nelle buone abitudini della maggior parte delle famiglie, soprattutto quelle più giovani. Non si butta niente che sia ancora funzionante o utilizzabile. Si regala o si vende al prossimo mercatino. Ce ne sono almeno uno al mese e non solo dedicati ai bambini. (foto 21)
Quando posso ci faccio un salto e mi diverto a scattare foto. Un paio di settimane fa, per esempio ho portato a casa un frullatore mulinex masterchef per sole 50 corone (5 euro), completo di lame ed accessori per impastare, montare e frullare. Se date un'occhiata alla galleria capite che vale la pena anche solo andare a guardare cosa mette in vendita la gente: dalle piante grasse nelle lattine della passata Mutti alle scarpe con stiletto e borchie appuntite. Dai biscotti fatti in casa, alle lenzuola, dalle stoviglie agli abiti da sera... (foto 22, 23, 24, 25, 26)
Quando abitavamo in Italia non mi piaceva l'idea di comprare second hand. Per me la provenienza degli oggetti era sempre sospetta. A chi sarà appartenuto? Sarà sporco o peggio, infetto? Qui è diverso. Il proprietario ce l'hai di fronte, lo guardi dritto negli occhi e gli chiedi pure: "Scusi ma perché vuole disfarsi di questo? E' così bello e poi è nuovo!". C'e' quello che ti risponde con una risata e aggiunge: "Guardi glielo do per 5 corone, basta che me lo leva dalla vista. Sono 30 anni che ce l'ho davanti agli occhi". E c'e' quello che ti sorprende raccontandoti un aneddoto. (foto 27,28,29)
Si, ai mercatini svedesi si chiacchiera tanto, perché i soldi non sono poi così rilevanti. Tutti guadagnano qualcosa ad andare al mercatino e non parlo in termini economici.
Oltre al robotino da cucina io per esempio ci ho guadagnato lo spettacolo di un concerto e di un ballo swing improvvisato tra i banchi, un abbecedario svedese vintage e lo zaino di pelle e tela che mi porto tutte le mattine a scuola. (foto 30, 31, 32, 33, 34)
Ah dimenticavo. Ci ho guadagnato anche questo scatto, che voglio condividere con voi e che è la sintesi perfetta di quello che ho finora raccontato: il mix perfetto tra l'essenza del Loppis e lo spirito un po' vichingo di certa gente scandinava.
Il prossimo Mercatino per i bambini c'e' domenica alle 9. Mamme e papà, se volete fare un salto, siete tutti benvenuti, qui a Malmö.


postato il 26/9/2015

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