E-MIGRANTI

Zac7 - Il giornale del Centro Abruzzo

18540

L'invasione di Rodi

Galleria fotografica

Documento senza titolo

di Cinzia Curini

A Rodi non piove chissà da quando. Il clima caldo e asciutto non accenna a mutare ma le giornate si accorciano pian piano. Oltre a questa piccola variazione, è il numero di turisti che misura l’avanzare del tempo durante il corso dell’estate. Finalmente i greci si godono le loro isole quando, tra Settembre e Ottobre, l’invasione turistica è come una tempesta che sta passando. Stanchi ma anche soddisfatti, hanno l’umore alto e l’attitudine sorniona. In fondo la stagione non è andata così male come si temeva. Anche per me ora è il momento di raccogliere le forze e riposarmi un po’… soprattutto le orecchie. Lo sbarco degli Italiani è stato un fenomeno ingente e ingombrante. Sono venuta a lavorare qui perchè parlo italiano e inglese, ma non mi aspettavo che il vero motivo fosse la quasi totale ignoranza dell’inglese da parte degli Italiani.
In realtà non siamo l’unico popolo a non parlare inglese: ci fanno compagnia con esempi scandalosi i Francesi, i Russi e anche i Greci. Ma i Greci, almeno quelli che hanno a che fare con i turisti, oltre a cavarsela con l’inglese hanno dovuto imparare per forza di cose anche l’italiano perché in generale gli Italiani che vengono qui in vacanza– chissà mai perchè – si aspettano di essere compresi parlando solo italiano. In tanti quasi lo pretendono, come se la Grecia possa esistere solo in virtù del loro contributo all’economia versato con la loro vacanzetta.
All’inizio mi stupivo dei menù tradotti in italiano con abbondante fantasia, creatività e totale mancanza di revisione lessicale da parte di madrelingua italiani. A volte ho preso a rispondere in inglese a chi presuntuosamente veniva da me a chiedere informazioni chiedendo ‘Per i lettini?’ Alla fine ho imparato come prenderli, o meglio, a farli contenti e fessi. Si avvicinano esitanti e iniziano a balbettare un ‘How much’. ‘Italiani? Chiedo, e loro ‘Menomale!!! Che con l’inglese ….’ e poi gesticolano per dire che non è aria. Per quasi tre mesi li ho osservati, studiati, riconosciuti dai modi, dalle fisionomie, i tratti, gli atteggiamenti, oltre chiaramente dal modo di comunicare a volte sguaiato e colorito. Altre volte anche dal buon gusto, dal garbo e dalla cortesia, per fortuna. In fin dei conti credo che questa mia overdose di italianità media mi abbia fatto recuperare tutti i cinque anni che ho passato in Australia.
Ad Agosto qui sembra di essere sotto assedio: i connazionali spuntano ovunque e invadono prima di tutto i parcheggi con lo stile inimitabile degli italiani: parcheggiando “temporaneamente” in divieto di sosta. Io li smaschero in un attimo. ‘Italiani?’ ‘Si’ rispondono, presi in contropiede. Poi tentano di imporsi con la scusa di scendere solo per fare una fotografia e ripartire. Si esaltano entrando in Anthony Quinn Bay e leggendo scritto per terra il nome della baia. ‘Anthony Quinn 1960!!!!’ E vai con le foto accanto a ogni singola scritta, a bloccare il passaggio, incuranti del via vai che preme come una giugulare. E infine, entrando in spiaggia, come resistere a commentare ad alta voce ‘ Uauuuuuuu ma guarda che beeeello!!!’ ‘E dove ci mettiamo? Va bene questo ombrellone o è meglio quest’altro?’ Ma soprattutto come ci si può trattenere dal conversare ad alta voce in acqua fino a farsi sentire in cima alla terrazza? Abbiamo assistito anche a cori da stadio e gorgheggi di vocalist che dalle barche parlano in italiano per chiamare i natanti a bordo dopo l’ultimo tuffo. Ma non sono neppure mancati i PR a promuovere la serata in discoteca per gli amanti nostrani della movida notturna.
Questa, a quanto pare, è la baia più famosa di Rodi tra gli italiani e di conseguenza la più frequentata. Nel bar ogni giorno in omaggio viene suonata la canzone che sembra ancora rappresentarci, L’italiano vero. Nello stesso bar però sono venuti a mancare migliaia di euro a causa dell’abitudine di prendere lattine di bibite e gelati e fare i finti tonti continuando a camminare o mettendoli in borsa, coperti dalla fila inceppata perchè c’è chi chiede in italiano al cassiere che cos’è un ‘sandwich’. I commercianti locali hanno ormai inserito nel loro organico dei sorveglianti che vengono pagati per evitare i piccoli furtarelli. E a detta loro, la parola più usata dagli italiani è “sconto”.
Io ho elaborato una discreta capacità di indovinare la provenienza geografica dal modo di articolare la parlata e ho potuto riabbracciare tutta la vastità umana del nostro amato Stivale, dopo lo stordimento causato dagli eccessi del partenopeo. Infine, tanto per distrarmi, ho provato a iniziare a imparare il russo. Come è noto, i russi rappresentano un’altra grande presenza sull’isola e sorprendentemente abbondano negozi di pellicce con scritte in cirillico, su un’isola dove al massimo si arriva a zero gradi, d’inverno. Che dire, ad ogni popolo le sue stranezze!


postato il 12/9/2015

Share
Ci sono 38 articoli in questa categoria. Leggi gli altri prossimo