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Un tuffo in piscina

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di Fabiola Capaldi

Caldo che soffoca, raggi che bruciano, ventagli che sventolano, gente che boccheggia, piscine che rinfrescano. Piscine, piscine, piscine dappertutto e pioggia d’inviti. D’inviti a trascorrere una giornata in campagna per fare quattro tuffi in piscina, stare in compagnia e approfittare per prendere un po’ di sole.
Castilla La Mancha non è come Sulmona che ha la fortuna di avere il mare di Pescara a 70 km di distanza. Qui la prima spiaggia vicina con il mare e l’acqua salata è a est con Valencia (che dista 389 km) o a sud con Malaga (che dista 304 km). Quindi, se ci si vuole spogliareun po’, rinfrescarsi durante le ore più calde e far sì che la pelle sia esposta ai raggi ultravioletti, bisogna avere in casa una piscina.
In Italia si pensa che chi possiede una piscina sia benestante e quindi sia solo un capriccio, mentre qui invece è una necessità. Diventa una necessità perché la Mancha è nel bel mezzo del Paese, il caldo è rovente e non tutti hanno la possibilità o il tempo di spostarsi nelle lontane regioni costiere. Succede, dunque, che ogni spagnolo, che viva in un’abitazione privata o in un appartamento, possiede una piscina o in casa, o nella propria campagna fuori città. Non è che siano piscine grandissime e capricciose da ricchi. No, sono semplicemente delle vasche di modesta grandezza. Se sono private, non hanno molte regole da rispettare perché ognuno in casa propria può fare quello che vuole; ad esempio si possono invitare tutti gli amici che si vogliono. Mentre nelle condominiali bisogna rispettare determinate norme, che variano da palazzo a palazzo: dove vivo io, ogni famiglia può invitare al massimo cinque amici.
Per quanto riguarda le piscine condominiali, per poter permettere di aprire quelle con una larghezza notevole, c’è bisogno di contrattualizzare obbligatoriamente un bagnino (el socorrista) che stia lì tutto il giorno per controllare e intervenire in caso di bisogno. Se invece sono piccole di dimensioni, non è necessaria la sua presenza. Se il bagnino non viene contrattatualizzato per vari motivi, la piscina resta chiusa e chi ci si tuffa lo fa sotto la propria responsabilità.
Gli orari della piscina, che non richiede particolari regole come la cuffietta per i capelli ad esempio, ma si potrebbe richiedere di portare una coda, dipendono da ciascun condominio; dove vivo io, per esempio, apre dalle 12 alle 14 e dalle 16 alle 20 e ogni famiglia versa al mese circa 50€ che comprendono, tra l’altro, le spese per mantenerla, pulirla e per pagare il bagnino che rimarrà lì per tutta l’estate. Inoltre, è anche dotata di bagni, spogliatoi, giochi per bambini e di verde intorno che, durante la notte, viene annaffiato.
Invece in quella privata, che si può trovare anche nel più sperduto campo spagnolo e quindi può capitare di stare a mollo in acqua ascoltando solo il verso delle cicale, si può fare il proprio comodo: ci si può bagnare e tuffarsi senza orari, mangiare, schizzare, giocare, rincorrere. Di solito i padroni di casa curano molto il dettaglio: preparano il pranzo, poi al calar del sole verso le 19,30 offrono l’aperitivo, a base di prosciutto crudo, jamón ovviamente, e varie bevande, e poi preparano il barbecue sotto le stelle. La piscina è un divertimento e un rinfrescante per tutti, soprattutto per quei lavoratori che, prima di ricominciare a lavorare verso le 17,30, non rinunciano a tuffarsi e refrigerarsi un po’.
Insomma, questi spagnoli della Mancha, a parte il caldo, non mi pare che se la passino poi così male!


postato il 4/7/2015

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