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Il linguaggio del cuore

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di Roberta Pozzi

Quando torno in Italia o al telefono sento i miei amici negli Stati Uniti, o i tanti sparsi per l’Europa, quasi tutti mi chiedono se sto imparando il tedesco. E io puntualmente “Dai, diciamo che va molto meglio, sicuramente è difficile, ma ora capisco più di quello che parlo!”. Questo è totalmente vero se rapportato a una conversazione in lingua tedesca standard, ma forse … avevo fatto i conti senza l’oste!
E già, perché in realtà le cose si fanno più colorite quando mi esprimo in tedesco e dall’altra parte mi rispondono in svizzero tedesco.
All’inizio trovavo questa cosa molto scortese e poco welcoming da parte dei locali verso gli Ausländer. Poi, pian piano, addentrandomi nella cultura e confrontandomi con tante persone del posto e non native come me, amici e insegnanti di lingua, sono riuscita a darmi delle spiegazioni e a capirne quasi tutte le ragioni.
Errore comune è, infatti, pensare che in Svizzera si parli il tedesco! Lo svizzero tedesco è qualcosa di completamente diverso, ha una propria pronuncia, tante parole e suoni diversi. E’ percepita quasi come una storpiatura del tedesco, o per lo meno questo è il feedback che tutti gli stranieri danno a riguardo.
Di derivazione indoeuropea/germanica/alemanna, è un idioma di difficile comprensione anche alla maggior parte dei tedeschi che lo trovano un linguaggio “divertente”. Tra città e cantoni, i dialetti parlati sono davvero tanti e diversi l’uno dall’altro. Per avere un’idea e provare a quantificare, basta pensare che diciassette dei ventisei cantoni svizzeri sono germanofoni. Nei restanti altri si parlano il francese, l’italiano e il romancio.
C’è da dire che, mentre in molti paesi europei il dialetto è quasi stigmatizzato come se caratterizzasse lo strato socio-economico e culturale più basso della popolazione, nella Svizzera tedesca questo non è certamente il caso, poiché è usato indistintamente da tutti, dai blasonati alla gente comune.
Questa fetta di paese si distingue infatti da tutte le realtà linguistiche europee per quella che gli esperti chiamano situazione di diglossia.
Ovvero, anche se il tedesco standard Schriftdeutsch (scritto) è, e resta sempre, quello ufficiale, non coincide con quello più parlato.
Del dialetto invece non c’è una vera e propria forma ufficiale scritta, ma è la lingua più usata nella comunicazione!
L’Hochdeutsch di solito si scrive e si parla in situazioni molto formali, come discorsi politici e trasmissioni di un certo tipo. È considerato prettamente quello della lingua scolastica e il suo apprendimento inizia solo sui banchi delle scuole elementari, continuando poi fino all’università. Prima di questo periodo, in età prescolare, le maestre parlano con i bambini lo svizzero tedesco, cosa che personalmente ho sempre trovato stranissima. E’ come se in Italia, negli asili e fino alla prima elementare, si insegnasse e parlasse il dialetto. Con quale vantaggio poi e perché? Orgoglio nazionale? Queste erano alcune delle domande che mi facevo fino ad un certo punto.
Alcuni amici, nati e cresciuti qui, mi spiegavano che gli Svizzeri tedeschi, se hanno la possibilità, preferiscono non parlare il tedesco standard, quasi a voler rivendicare una propria identità e mantenere così il distacco dalla Germania. Una sorta di ricerca d’indipendenza psicologica! Il dialetto invece dà loro un profondo senso di appartenenza e deve restare la “lingua del cuore”, quella cioè che permette di esprimere meglio la propria personalità e le proprie emozioni. Per questo motivo lo preferiscono e tengono ben separato dal tedesco scritto che tradizionalmente è considerato la “lingua della ragione” (Sprache des Verstandes).
A questo concetto di svizzero tedesco come "linguaggio del cuore" fa eco Klaus Scherer, noto professore di psicologia che si occupa di tutti gli aspetti delle emozioni, affermando che lo Svizzero tedesco provi sempre una tensione emotiva quando si trova a parlare il tedesco standard. Sembrerebbe che non appena un tedesco di Germania si unisce alla conversazione, la qualità emotiva dell'interazione cambi, facendosi meno spontanea, più lenta e meno espressiva, l'intonazione si appiattisca e anche il comportamento sia più inibito.
L’uso del dialetto scritto, pur non avendo sue regole grammaticali e ortografiche, è diventato oggi un trend soprattuttonel lingodegli smartphone, in chat e posta elettronica, sia tra giovani che meno giovani.
Continua tra l’altro a prevalere nei discorsi a livello locale, nei dibattiti televisivi e, spesso, nei comizi.
Per quello che riguarda i media, il tedesco standard resta dominante nei principali notiziari televisivi, nelle radio pubbliche nazionali e nel doppiaggio di film stranieri, lasciando posto al dialetto solo nei programmi d'intrattenimento e nei talk show locali. Tutte queste cose trovano riscontro nella vita quotidiana e oggi ai miei occhi iniziano ad avere il loro perché!
Così non c’è da meravigliarsi se, in conversazione, gli Svizzeri che conoscono altre lingue straniere, preferiranno parlare queste ultime prima ancora che il tedesco, proprio perché, non è sentito come la loro lingua madre. E se questa è da un lato una fortuna per chi come me è “ospite in terra straniera” perché facilita la vita di tutti i giorni, dall’altro rallenta il processo di apprendimento di una lingua, il tedesco standard, che comunque rimane quella ufficiale. Risultato spassoso è che, proprio grazie a tutto questo multilinguismo, sono tanti i residenti stranieri che affermano con serenità di non aver mai imparato a parlare il tedesco, e tanto meno lo svizzero tedesco, pur capendo entrambi.
Certo è che il challenge è grande, ma alla fine … chi non risica non rosica!


postato il 20/6/2015

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