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qui Svezia: stunt-kids, i superbambini.

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di Linda Ranalli

Ai genitori italiani prenderebbe un infarto a veder giocare i propri bambini nei parchi gioco svedesi.
Devo ammetterlo: anch'io sudo freddo ogni volta che i miei scendono a capofitto da questa specie di scivolo, posto a 4 metri di altezza e senza alcuna protezione. (Foto 1,2).
Praticamente si scivola senza sedersi: per scendere usi solo la morsa delle braccia o delle gambe associata ad una bella dose di muscoli addominali, contratti a dovere.
E come se non bastasse, i bambini vanno oltre. Perche' a scendere son bravi tutti, dicono.
La vera sfida e' risalire i tubi con la sola forza delle mani, avanzando a scatti di reni. (Foto 3,4) Non so se la foto renda l'idea. Resta il fatto che se caschi da quell'altezza, in questa posizione, ti spezzi l'osso del collo: e' matematico. Ho visto scene da dovermi coprire gli occhi dallo spavento. Eppure nessuno si e' mai fatto male. Questi bambini dimostrano ogni volta di possedere una strabiliante prontezza di riflessi: io li chiamo stunt-kids. (Foto 6,7)

Da quando vivo in Svezia faccio spesso confronti con l'Italia e anche i parchi gioco che frequentiamo non di rado, mi hanno fatto arrovellare il cervello su alcune riflessioni: in Italia una struttura del genere sarebbe stata posta sotto sequestro due minuti dopo l' inaugurazione, semplicemente perche' pericolosa, o meglio, "potenzialmente lesiva dell'incolumita' dell'utenza".

A pensarci bene in Italia basta molto meno per attribuire ad una struttura l'aggettivo "pericoloso". Faccio un esempio: nella scuola dell'infanzia che frequentavano i miei figli, era categoricamente vietato giocare in giardino. La causa? Qualche radice di albero e due tombini leggermente sporgenti dal suolo. Scivoli e altalene non erano a norma di legge, seppur nuovi e integri. Morale della favola: tutte le ore di gioco si svolgevano in classe o lungo i corridoi della scuola. Solo a giugno si poteva scorgere qualche classe all'aperto. Si trattava di rare eccezioni, dovute al caldo asfissiante. Certi giorni nelle aule non circolava un filo di aria. Prima di uscire in giardino le maestre pero' sentenziavano severe: "Allora, ascoltate bene: fuori non si corre, non si usano i giochi, non ci si arrampica ".
Eh si. Sulla carta, il giardino scolastico era inagibile. Se accidentalmente qualche bambino si fosse fatto male? Nessuno voleva accollarsi una simile responsabilità. Quindi, come una chioccia, la maestra raccoglieva i bambini intorno a sé, sul prato, raccontando loro storie o leggendo libri.

Questo per dire che l'imposizione di limiti attraverso le regole (dettate anche da una nostra eccessiva apprensione), a volte significa sopprimere l'istintiva anima selvaggia dei bambini. Senza volerlo, facciamo sí che i limiti non vengano piú considerati una sfida, ma una frustrante realtà. Per questo credo sia importante dare sempre un' occasione ai bambini per mettere in gioco tutte le loro potenzialità, anche a livello fisico. Il fatto è che spesso ce lo dimentichiamo.
Devo dire che qui, nei Paesi Scandinavi, è un po' diverso: in barba alla prudenza, al buon senso e ad ogni regola di sicurezza, i bambini salgono e scendono dai giochi comunali (e scolastici) senza paura, senza un briciolo di esitazione e senza mai chiedere l'aiuto dei genitori.(Foto 8)

Badate: mamme e papá non hanno un minuto di tregua quando portano i bambini a giocare. Bisogna stare tutto il tempo "in campana". Cancelliamo dalla nostra mente l'immagine italiana che ritrae i genitori seduti su una panchina a chiacchierare di shopping, pallone e ricette mentre i loro bambini giocano nel parco.
Qui non puoi permetterti di allontanarti dai tuoi figli. Devi essere guardingo, pronto a suggerire una presa alternativa, a suggerire dove poggiare il piede sinistro e aggrappare la mano destra per evitare una rovinosa caduta.
E' un gioco di squadra: i genitori non sono guardiani, ma veri e propri coach: insegnano ai bambini a vedersela da soli e intervengono solo in caso di emergenza. (foto 9)

Vivo in Svezia da un anno e da qualche tempo ho maturato una teoria del tutto personale: i parchi giochi spericolati sono parte di un progetto ampio e lungimirante. Non si tratta solo di far divertire i bambini. L'obiettivo principale è quello di forgiarne spirito e corpo.
Un po' come facevano gli spartani, ma qui è di vichinghi che si parla.
A rifletterci, questi non sono parchi gioco: sono percorsi di coraggio e sopravvivenza, abbinati al design. Non ti spaventano solo perché sono belli, tondeggianti e colorati e ricordano ambienti fiabeschi.

Entriamo a Pildamms Park, dove qualche mese fa è stata realizzata l'ennesima diavoleria per bambini. A dirla tutta, a me sembra la rivisitazione fanciullesca di un edificio per esercitazioni dei vigili del fuoco.
I bambini scalano la palazzina di legno e poi si lanciano nel vuoto, avvinghiati alla pertica di ferro, che pure dista qualche decina di centimetri dalla finestra. Anche in questo caso parliamo di un'altezza di 3/4 metri. Calcolando che i bambini sono alti poco più di un metro, è come se un adulto si calasse da una pertica di 7 metri. Voi lo fareste, con altrettanta disinvoltura? (Foto 10)

Non ci sono dubbi: i bambini svedesi hanno una padronanza del proprio corpo e dei suoi movimenti superiori alla media. Ma perché? Perché i genitori svedesi li hanno abituati, da appena nati, a giocare sotto lo zero, a fare il bagno in acqua fredda, a camminare da soli, (anche sulle scale) fin dai primi passi. Non entrano nel panico se vedono i bambini che stanno per cadere o che penzolano nel vuoto, aggrappati con una sola mano. Perché sono lí insieme a loro. Non sono da un'altra parte. Sono lí accanto, pronti ad incoraggiarli a fare, ad osare sempre di più (foto11)

Si, diciamolo pure, senza vergognarci: non sono come noi italiani che: "Occhio che è pericoloso, occhio che ti fai male, occhio che sudi e ti ammali, occhio che cadi e finisci all'ospedale....occhio che sennó ti sporchi i vestiti".
Non sono un'esperta in educazione infantile, ma questa rigidità non mi piace. Dovremmo spogliarci delle nostre paure (perché di questo si tratta) e aiutare i bambini a fare, osare, a superare gli ostacoli. Spesso invece, facciamo l'esatto contrario: glieli facciamo aggirare, o peggio, li eliminiamo direttamente dal loro percorso.

A Västra Amnen, zona residenziale a ridosso della costa, troviamo un'altra chicca.
Qui i designers si sono divertiti parecchio, progettando un parco a tema spaziale. Nel nucleo del sole ci si entra inerpicandosi su scale di ferro interne. Arrivati in cima, i bambini si tuffano in questi tubi di alluminio e vengono giù al buio, uno appresso all'altro. Da fuori senti solo il rimbombo delle loro urla, amplificate e accupite. (foto 12)
Mentre te li immagini lí dentro, accartocciati l'uno sull'altro (e intanto preghi che non si siano rotti niente), vedi uscire una sfilza di bambini giulivi e sorridenti, già pronti a ri-scalare il sole e fare un'altra caduta giú dal tubo (foto 13)

Chiudiamo in bellezza, con quest'altro esempio di attentato all'incolumitá dei bambini di Malmö. Si trova all'interno di un enorme, bellissimo, parco cittadino, chiamato Folkets Park. (Foto 14)
Si tratta di una rete di corde elastiche, intrecciate a piramide. L'altezza è paragonabile a quella di una palazzina di tre piani. Eppure i bambini, senza paura, come scattanti ragnetti, salgono e salgono, fin dove si sentono sicuri. Quasi tutti peró, prima o poi ci provano.
La sfida è quella di espugnare la vetta della piramide, anche se le corde oscillano tra le mani e sotto i piedi. Si, perché mentre si sale, un'altra decina di bambini nel frattempo prova a fare la stessa cosa aggrappandosi, ondeggiando e saltando tutti insieme. (foto 15)
Ho dovuto compiere uno sforzo sovrumano per non svenire quando ho visto mia figlia attaccata alla punta della piramide. (Foto 16)
Sebbene le gambe mi tremassero, le ho fatto un cenno di vittoria con i pugni in aria. E lei, padrona di se stessa, è riuscita a scendere con la stessa sicurezza e agilità con la quale era salita.

Che dire, i miei figli si stanno svedesizzando un po' così, alla vichinga maniera.
E devo dire che mi piace, perché li vedo ogni giorno più liberi e coraggiosi, anche nel gioco.

Se questa lista di parchi-gioco estremi ha terrorizzato qualcuno, è arrivato il momento di precisare che la Svezia non offre solo questo: è anche piena di luoghi per bambini molto più tranquilli, con barchette, casette, sabbia e palette. (Foto 17,18,19,20,21,22,23)
Nonostante siano bellissimi, ci metto la mano sul fuoco: questi posti non piacciono un granché ai bambini. Eppure attirano un sacco di genitori premurosi, soprattutto quelli allergici all'adrenalina. Tranquilli, ce ne sono tanti, anche qui. Mica solo in Italia.


postato il 28/3/2015

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