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qui Spagna: a far fiesta

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di Fabiola Capaldi

Diciamoci la verità, noi sulmonesi ci lamentiamo sempre della nostra città, ma poi lasciarla è davvero un trauma. Non si vorrebbero mai abbandonare la famiglia, le amicizie di una vita, le abitudini varie e i luoghi sempre frequentati. Ma a volte, fortunatamente o sfortunatamente, secondo i punti di vista, si è costretti a dire “arrivederci” alla terra di Ovidio.
Io l’ho detto lo scorso settembre per venire a lavorare qui, in Spagna. Mi trovo nella vasta e pianeggiante regione di Castilla La Mancha, nel bel mezzo della Spagna, quella vera. Il mio ruolo qui è di lettrice d’italiano in una scuola di lingue.
La prima settimana su suolo iberico è stata tragicomica perché la cultura spagnola è tanto bella quanto strana. Tra una chiamata e l’altra a mia mamma piangendo per la distanza e la difficoltà ad abituarsi in un Paese non tuo, iniziavano ad emergere le prime differenze socio-culturali tra me e gli spagnoli. La prima di cui vi parlerò è il rapporto degli spagnoli con la notte e il divertimento.
Mi è sembrato assurdo che la madre cinquantenne del mio coinquilino ventenne spagnolo mi chiedesse, con fare di approvazione, se mi piacesse andare alle feste, bere copas (superalcolici) e tirare fino all’alba, come se per lei fosse una cosa normale fare una domanda simile. Per le nostre mamme italiane, infatti, guai se fumi, bevi alcol o se una ragazza rientra alle sei di mattina. Per gli spagnoli, invece, il sabato sera è un giorno sacro, non deve essere noioso, anzi bisogna far festa, prendere una sbronza e avere la resaca (i postumi della sbornia) il giorno dopo.
Un loro tipico sabato sera è questo: i giovani da mezzanotte fino alle tre s’incontrano nel garage di un amico (l’inverno), o per strada in zone autorizzate e non (l’estate) per fare il botellón, ossia bere alcolici comprati al supermercato, evitando così di pagare cifre astronomiche in un bar. Finito il botellón ci si sposta tutti in discoteca a ballare fino alle prime luci dell’alba perché i locali qui chiudono molto tardi. Le ragazze (di tutte le età) sono tutte super truccate e super agghindate con mini abiti e tacchi vertiginosissimi. Le italiane, invece, non vedono necessario tirarsi a lucido solo perché è sabato. A tutti gli spagnoli piace la discoteca, mentre da noi in Italia piace solo a una precisa categoria di persone. Magari preferiamo di più fare una passeggiata per il corso e sorseggiare una birra in un bar, o ascoltare musica rock.
Gli spagnoli, single, sposati o con figli escono. E i bambini dove sono? Alle due di notte, mentre i loro genitori bevono, loro o giocano con tutte le energie che hanno a disposizione, o dormono nel passeggino, cullati dalla madre che con una mano li dondola e con l’altra regge il bicchiere di birra o di vino tinto.
Un altro aspetto che ho notato: a Sulmona, ma in generale in tutta Italia perché questa è la nostra cultura, la sera in giro per bar e discoteche s’incontrano maggiormente persone giovani. Nella nostra realtà sulmonese, nello specifico, è raro, infatti, incontrare in un pub o in una birreria a notte fonda uomini e donne sulla cinquantina a ballare, ascoltare musica e sorseggiare un drink. Qui invece è molto comune che si mischino le più svariate generazioni in uno stesso posto.
Infine, un lato spagnolo che a me piace molto e che ho visto spesso è che qui, al contrario della nostra città, le strade, i bar e i pub del più piccolo paese di provincia saranno sempre affollati da persone, giovani o meno, che si ritrovano per divertirsi e per tirar tardi. Perché agli spagnoli, si sa, piace sempre far fiesta.


postato il 7/2/2015

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