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di Cinzia Curini

Sono cresciuta a Sulmona, una cittadina di circa 25mila abitanti, in Abruzzo. Qualche tempo fa ho accettato un lavoro da insegnante di italiano in una località di simili dimensioni, in Australia, ma più piccola, oasi nel mezzo di campi sterminati, fattorie, mucche, pappagalli, canguri. Si chiama Echuca, è un nome aborigeno che significa “l’incontro delle acque”.
La cittadina si sviluppa lungo un fiume e due dei suoi affluenti; meno di due secoli fa è diventata sede di un importante porto fluviale per tutto il Sud Est australiano. Da lì, le merci trasportate andavano poi a confluire nel porto di Melbourne su rotaia e a prendere il largo sulle navi. Oggi ne resta la storia, in questo paese che di storia non ne ha granché, rispetto a noi. Restano il porto e le imbarcazioni a vapore per i turisti, i vecchi magazzini adibiti a locali intorno al centro storico, pub, ristoranti, negozi, e soprattutto il possente fiume, il “mighty Murray”, grande attrazione per gli australiani. L’acqua è tutt’altro che pulita, e il suolo sabbioso e soprattutto il rischio di serpenti in acqua non aiutano a rendere il fiume invitante, tuttavia l’afa a volte è così insopportabile che l’idea di un bagno diventa qualcosa di molto desiderabile.
La maggior parte dei turisti d’estate va a villeggiare nei caravan park lungo il fiume o nei piccoli motel con piscina e aria condizionata in città. I più ricchi si fanno costruire sontuose case lungo il fiume mentre altri affittano houseboats, case galleggianti più simili a un enorme camper che a una casa. Gli sport acquatici, la pesca e il campeggio sono le grandi attrazioni durante i weekend e in particolare nelle vacanze estive. La fine delle vacanze coincide con la festa nazionale, Australia Day, che si festeggia in tutto il Paese con la premiazione di cittadini esemplari scelti da apposite commissioni e insigniti da parte dei rappresentanti del governo nazionale e locale. Il 26 gennaio è anche il giorno in cui molti immigrati diventano cittadini dopo un arduo percorso burocratico denso di sacrifici, determinazione e speranza. Mentre in Italia il freddo punge e ci si avvicina ai giorni della Merla, dall’altra parte del mondo ci si prepara al ritorno a scuola, a lavoro, alla vita di tutti i giorni, gustandosi la chiusura delle vacanze in modo tradizional-nazionalista.
La cerimonia dell’Australia Day apre la giornata, spuntano bandiere e gadget con i colori nazionali ovunque e si festeggia con gli amici o la famiglia con il barbecue di rito - in slang il barbie. Gli australiani si scatenano con salsicce e costolette alla brace o alla piastra del barbecue, immancabile in ogni casa. Le salsicce si mangiano su fette di pane in cassetta, condite da una salsa di pomodoro simile al ketchup, accompagnate da una birra, stretta nell’altra mano in uno stubbie holder per non farla scaldare. Come da noi a Ferragosto, il barbecue è occupazione prevalentemente maschile, mentre le donne preparano insalate o dolci da portare al picnic all’aperto, che può tenersi nel giardino di casa o lungo il fiume all’ombra degli alberi di eucalipto o nei parchi cittadini, per passare una giornata rinfrescata da ettolitri di birra.
L’Australia è un posto in cui i parchi hanno sempre l’erba tagliata e la piastra del barbecue a gas è gratis, accanto ai tavoli da picnic e i bagni con docce gratuite. Tutti puliscono prima di andare via e lasciano pulito anche il barbecue per gli altri. Intanto si gioca a cricket, anche nei giardini di casa, e ci si fa il bagno, al fiume, in piscina o al mare. Tanti giovani vengono a campeggiare a Echuca per l’occasione, come si usa in Italia a Ferragosto, e invadono le sponde del Murray accendendo fuochi su cui cuocere la carne, quando questo non è vietato a causa dell’elevato rischio di incendi per le alte temperature e il vento.
Proprio come in Italia, i giovani sono dediti a esplorare zone nascoste e a circondarsi di natura, benché così selvaggia e pericolosa. Il fuoco in particolare può trasformarsi in una minaccia alla vita di intere comunità, in Australia, e i controlli dei fuochi accesi durante Australia Day sono fatti a tappeto.
Il giorno dopo ricomincia ufficialmente un nuovo anno lavorativo. Tutto torna alla normalità almeno fino al weekend successivo, che inizia sempre il venerdì alle 5 di pomeriggio, e che vedrà gli australiani intenti in un altro barbecue. Con tanta carne, birra a fiumi e l’immancabile cricket da giardino.


postato il 31/1/2015

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