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1562SULMONA

Beffe e danni del post-sisma



SULMONA. Non bastavano le umiliazioni politiche: a rendere ancora più amara la pillola del post-sisma è arrivata anche la beffa dei rimborsi agli sfollati. Così un albergatore di Sulmona, quello che nella sua struttura occupa il più alto numero di “senza tetto” (un centinaio circa), ha deciso di adire le vie legali contro il Comune per recuperare i crediti vantati da giugno a dicembre. Una cifra considerevole che, solo per questo creditore, supera i 300 mila euro, una spesa che, a differenza degli sfollati dentro il cratere la cui pigione è stata pagata direttamente dalla Protezione civile, avrebbe dovuto pagare la Regione tramite il Comune. I soldi, però, non sono arrivati e, di conseguenza, all’indirizzo di palazzo San Francesco è partita un’ingiunzione di pagamento. Non si tratta d’altronde di un capriccio dell’albergatore: i costi di gestione di cento ospiti, tra vitto, alloggio, pulizie e personale, stanno mettendo in seria difficoltà gli operatori che, con tutta la buona volontà e la massima solidarietà, potrebbero essere costretti a breve ad interrompere il servizio offerto agli sfollati. Né gli albergatori potranno contare sul ricorso presentato al Tar del Lazio contro l’esclusione della Valle Peligna dal cratere: il tribunale aveva promesso, in cambio della rinuncia alla sospensiva nel luglio scorso, che la causa sarebbe stata discussa nel merito a fine novembre. Le “motivazioni aggiunte” addotte dopo l’inclusione di Bugnara avevano fatto poi slittare la discussione di due mesi, ma nel ruolo del Tar Lazio fino a febbraio le richieste dei nove Comuni ricorrenti non sono state messe all’ordine del giorno. Per questo i legali di questi Comuni (Sulmona, Pratola, Raiano, Vittorito, Introdacqua, Corfinio, Cansano, Pettorano e Roccacasale) hanno inviato allo stesso Tar una lettera di sollecito, anche e soprattutto in relazione al decreto annunciato da Guido Bertolaso che prorogherebbe per tutto il 2010 la sospensione delle tasse ai residenti nei Comuni del cratere. Lì dove la Valle Peligna, inspiegabilmente, non è mai rientrata. Eppure proprio gli alberghi pieni di sfollati, stanno lì a certificare il contrario.

postato il 18/12/2009

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