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Editoriale

Il lavoro che non c’è, il lavoro amato e il lavoro da amare, il lavoro perso e il lavoro da inventare, il lavoro da cercare e il lavoro trovato. C’è chi muore di lavoro e chi, invece, muore per non avere un lavoro. Torna il 1 maggio con tutte le sue contraddizioni. Zac vi racconta il lavoro in una chiave diversa, ovvero, non solo statistiche e freddi, altalenanti, numeri. Ma il lavoro per quello che dovrebbe davvero essere: motivo di gioia, soddisfazione e gratificazione per ciascuno di noi. C’è chi ha realizzato il sogno di diventare scrittore e chi, dopo la delusione di un licenziamento, ha trovato la forza di ricominciare puntando sulle proprie potenzialità. Non è, purtroppo, questo il momento storico per vendere sogni e illusioni. La situazione occupazionale in Italia è difficile, in Valle Peligna ancor di più. Se è vero come è vero che non si debba mai perdere la speranza, appare anche opportuno suonare la sveglia alle istituzioni. Affinché si impegnino maggiormente nel favorire la crescita occupazionale e non ad elargire, ahimè come ancora purtroppo succede, posti di lavoro “elettorali”. In città, in questi giorni, si sta vivendo l’ennesima crisi in Comune. Senza entrare nel merito della questione politica, riteniamo che una città e un territorio saranno sempre penalizzati nella crescita senza una adeguata programmazione politica e amministrativa. In città, negli ultimi anni, più di una amministrazione è terminata prima del naturale mandato nel nome della “ordinaria amministrazione”. Come può un Comune commissariato risolvere annosi problemi senza che la politica se ne assuma la responsabilità? Diamo il giusto tempo di lavorare prima di giudicare. Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti d'America  e principale autore della dichiarazione d'indipendenza del 4 luglio 1776, sulla funzione del lavoro aveva le idee chiare. “Non è il benessere né lo splendore, ma la tranquillità e il lavoro, che danno la felicità”. Buon 1 maggio. 

postato il 1/5/2018 alle ore 1:19