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Editoriale

E’ importante il cambiamento per progredire e migliorare? Nel febbraio 1957 i cittadini di Sulmona si ribellarono contro lo Stato per evitare il trasferimento del Distretto militare, evidente fonte di ricchezza per il capoluogo peligno, a L’Aquila. Fu la rivolta di Jamm’ mò, culminata il 2 e 3 febbraio. Da quel momento, ma probabilmente anche da prima, la città di L’Aquila fu vista come una matrigna, pronta ad accentrare sul suo territorio servizi e strutture. Ma adesso che, con la nuova definizione dei collegi elettorali, il comprensorio peligno è stato affiancato al territorio adriatico è ricominciato il lamento. E viene da pensare che la Valle Peligna, con Sulmona in testa, abbia necessità di lamentarsi. E se non ce ne sono i motivi si demonizza il cambiamento. Sul fenomeno del cambiamento si sono confrontati filosofi e pensatori di tutti i tempi. Il pensiero filosofico di Eraclito, caratterizzato dal “Panta rei” (tutto scorre), affrontando il problema del divenire andò in contrapposizione con la filosofia dell’essere, propria di Parmenide. Uno scrittore a noi contemporaneo Paolo Coelho fa una interessante riflessione sul lamento e sul cambiamento. “Ci lamentiamo copiosamente” scrive “ma diventiamo vigliacchi quando si tratta di assumere dei provvedimenti. Vogliamo che tutto cambi, ma ci rifiutiamo di cambiare noi stessi”. E sulla nuova definizione dei collegi elettorali si sta aprendo un dibattito in città. Massimo Carugno, della segreteria nazionale Psi, ha espresso chiaramente la sua opinione. “Il nuovo collegio elettorale è il classico "incipit". È la scintilla” spiega “che potrebbe innescare una vera rivoluzione liberatoria della nostra storia che va ben oltre la possibilità di mettere un conterraneo al quarto posto di qualche lista con zero possibilità di essere eletto. Ma come al solito lo sguardo dei mie concittadini non arriva oltre San Panfilo”. Zac seguirà da vicino anche questa vicenda.

postato il 8/12/2017 alle ore 0:59