Chi viene

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Il condottiero nella bufera




La primavera che si avvicina sarà il battesimo del fuoco per Emanuele Incani, eletto all’unanimità nuovo coordinatore del PD sulmonese. Le elezioni politiche anticipate e quelle amministrative daranno subito la misura delle capacità sue e del gruppo dirigente che si è riunito intorno a lui. Incani è, a tutti gli effetti, un personaggio nuovo nel panorama politico della città di Ovidio. Di formazione tecnica, esula dal classico cliché del dirigente politico meridionale, tutto intellettuale. La carriera di uomo pubblico del nuovo coordinatore ha avuto, fino ad ora, due palcoscenici. Sviluppo Italia, agenzia che assiste le aziende e le attività produttive, vera scommessa per un territorio in crisi come quello peligno. Agenzia dalla quale, ironia del caso, proviene anche il Presidente del Comitato di coordinamento del partito di Veltroni: Massimo Di Cesare. Quasi a voler dire che il PD scommette sullo sviluppo. E poi il COGESA, del quale Incani è vice presidente e nel quale ha ricoperto ruoli amministrativi in due compagini dirigenziali. Una trincea da dove si combatte una battaglia che oggi è al centro (caso Campania soprattutto) di ogni interesse mediatico e di ogni polemica politica. Ha svolto i suoi compiti, in questi due avamposti della politica e della amministrazione, tra l’unanime consenso di amici ed avversari. Significativo, infatti, è stato l’omaggio fatto alla sua elezione dal suo principale competitor, il segretario di Forza Italia Nicola Angelucci. Ma ora arrivano gli scogli. Individuare per Sulmona una classe dirigente nuova e competente, non rissosa ma fattiva, non elitaria ma collegata alla città. Sapendo che si tratta di una corsa ad ostacoli. E poi, per quanto riguarda le elezioni politiche, rispondere alle aspirazioni non ancora sopite dei grandi vecchi, da Bruno Di Masci a Franco La Civita, che certo ad un seggio in parlamento non hanno ancora rinunciato. Affermare queste aspirazioni nell’agone regionale, dove i posti saranno pochi e gli aspiranti tanti. Certo, Incani avrebbe preferito tempi tranquilli, durante i quali costruire per il PD una politica ed un programma. Ma, dicevano i latini, “Hic Rhodus, hic salta”. E per il giovane dirigente, potrebbe essere un salto mortale con avvitamento carpiato, di indubbia difficoltà. grizzly

postato il 09/02/2008

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