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Paolo Pizzola il traghettatore possibile




Sarà difficile per il centrosinistra di Sulmona individuare una candidatura unitaria a Sindaco, dopo l’implosione della Giunta La Civita. Per i veti reciproci. Per le aspirazioni di molti. Perché i vecchi sono ormai carte già ampiamente giocate ed aspirano ad altro. Perchè i giovani non sembrano essere ancora pronti e si elidono a vicenda. Chissà che, in questa fase storica delicata, ci sia bisogno di un traghettatore: a Fonte d’Amore, nel suo buen retiro, qualcuno pensa, c’è Paolo Pizzola, socialista storico, di lunghissimo corso. A cavallo tra gli anni ‘70 ed ‘80, Pizzola fu il segretario regionale del PSI, craxiano, quello che aveva come leader Domenico Susi, in Abruzzo. Nel 1985 fu eletto Consigliere regionale. In quegli anni fu capogruppo del PSI a Palazzo dell’Emiciclo. Poi Presidente del Consiglio. Rieletto nel 1990, ricoprì l’incarico di Assessore ai Trasporti. Nel 1992 fu coinvolto, come tutti i suoi colleghi della Giunta Salini, nella vicenda dei fondi POP. Fu arrestato, poi scagionato in forma piena, ma concluse così la sua carriera di Consigliere regionale. In quegli anni, poi, fu per molto tempo Consigliere del Comune di Sulmona. A partire dal 1995 si ritirò completamente dalla politica, dedicandosi alla famiglia e continuando lo studio. Ha sempre guardato con distacco e disincanto alla vicende politiche che si svolgevano senza di lui nella sua città e nel comprensorio. Non facendo mancare mai i suoi consigli quando i politici protagonisti di quella fase glielo chiedevano. Astenendosi da commenti pubblici di fronte a situazioni che non si sentiva di condividere. Coltivando le amicizie di una vita. Crediamo che il centrosinistra di Sulmona, di fronte alle difficoltà di queste ore e mentre la data delle elezioni comunali si avvicina inesorabilmente, farebbe bene a percorrere i pochi chilometri che separano piazza XX Settembre da Fonte d’Amore, se non altro per sapere quale contributo vuole e può ancora dare l’uomo del buen retiro. Per raccogliere le anime sparse di un popolo smarrito, soprattutto nelle sue massime espressioni politiche. Traghettare la nuova generazione, quella che dovrebbe rappresentare il futuro, verso una stagione di responsabilità e di impegno per il bene comune. Con quella passione e quella pacatezza che ha sempre contraddistinto la sua azione politica nel periodo in cui fu protagonista. E che gli anni che sono passati, ne siamo certi, non hanno appannato. grizzly

postato il 02/02/2008

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